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Le emozioni sono ovunque!

  • Giulia Bozzola
  • 22 mar 2018
  • Tempo di lettura: 2 min

Le emozioni sono ovunque, dentro e fuori di noi; per accorgersene, basta ascoltare le parole che ci circondano: quante volte sentiamo parlare di “paura”, di “preoccupazione” o “ansia”? Eppure molte persone si sentono incapaci di affrontare le emozioni negative e, per difendersi, tentano di reprimerle. Le emozioni però non si lasciano mettere da parte facilmente! Sono parte del nostro essere umani, anche perché sono un normale prodotto del funzionamento del sistema nervoso: a ogni emozione corrispondono specifiche reazioni neurologiche. Perciò la scelta più sana e utile che si possa fare è di imparare a riconoscerle e gestirle.

Ad esempio la paura: un fenomeno sano, che ci aiuta a salvaguardarci da situazioni potenzialmente dannose. Quanto sarebbe pericoloso per la nostra sopravvivenza, se nessuno provasse paura!

L’ansia ha molto a che fare con la paura: oggi se ne parla tanto, anche con toni scherzosi, ma chi ha conosciuto la vera ansia sa quanto possa essere estenuante. L’ansia è uno stato psicofisico di allarme e tensione, che prepara all’azione in situazioni in cui dobbiamo esprimere al massimo le nostre risorse: è una risposta sana. L’ansia diventa invece un ostacolo se è costante, o si presenta in assenza di reale necessità; in questi casi è la persona stessa a percepirla sproporzionata ed eccessiva, così come eccessivo è il costo in termini di fatica, spossatezza.

Chi sperimenta l’ansia non pensa ad altro, si sente smarrito e distante da sè stesso. Invece è importante comprendere che l’ansia ha una funzione specifica: come un allarme che suona, segnala che qualcosa non va. In psicoterapia si lavora per comprendere l’origine dell’ansia, senza lasciarsi fuorviare dal sintomo, e si scopre che l’ansia è segnale di un pericolo interno: cioè una condizione in cui altre emozioni, non comprese né elaborate, formano una sorta di groviglio. Se si riesce a riconoscerle ed esprimerle, l’ansia scompare di pari passo: non ha più ragione di esistere.

Che dire della rabbia? Un’altra emozione “difficile” perché a molti è stato insegnato che la rabbia è qualcosa di brutto e colpevole: bisogna essere “bravi”, e ciò significa non arrabbiarsi. Ebbene, non è realistico! L’aggressività non solo è sana, ma addirittura necessaria per proteggere i propri bisogni e dirigerli verso obiettivi. E’ però fondamentale che la rabbia possa essere riconosciuta per usarla, poi, in modo costruttivo: la rabbia stagnante e sempre uguale avvelena chi la prova. Prendere consapevolezza di ciò che fa arrabbiare è il primo passo per gestire la situazione in modo diverso, lavorando per modificarla, oppure allontanandovisi.

E ancora, le esperienze di perdita e separazione portano con sè tristezza e dolore. Queste emozioni in particolare sono evitate, o magari rimandate “a più avanti”, per timore che, se ci si lascerà andare al dolore, non ci si saprà più risollevare. Ebbene, si tratta solo di una fantasia: non soltanto tutti abbiamo la capacità di risollevarci, ma l’aver vissuto e superato il dolore ci fa sentire più capaci, e possiamo allora concederci di ripensare più consapevolmente il nostro rapporto con la realtà e con gli affetti.

In psicoterapia le emozioni sono il perno attorno al quale ruotano pensieri, sintomi, comportamenti. Anche le emozioni più “difficili” possono trovare spazio, e apparire così meno “nemiche”.

 
 
 

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Dr.ssa Giulia Bozzola - Psicoterapeuta, Psicologa Clinica

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